Il Maestro Federico Fellini omaggiato dalla Biennale dell'Umorismo e da Popsophia. Un ritratto a matita celebra l'avvincente figura del regista romagnolo.
Un pomeriggio felliniano alla sala Mari del Museo dell'Umorismo di Tolentino.
L'appuntamento si è svolto giovedì 30 gennaio 2014 a cura di Biumor (Biennale Internazionale dell'Umorismo nell'Arte), Popsophia e l’Accademia di Belle Arti di Macerata, sotto l'attenta cura dell'eclettico Evio Hermas Ercoli. L'avvincente figura del regista romagnolo, che ha inventato racconti di cinema per divertirci, regalandoci tenerezze e sorrisi indimenticabili, è stata celebrata attraverso tre conferenze.
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Nella prima conferenza, “Fellini e Tolentino”, i racconti appassionati di Francesco Massi, Consigliere Regionale all’epoca sindaco, e Goffredo Teodori, uno dei fondatori della Biennale, di quando, nel lontano 1991, Fellini è venuto a Tolentino ad inaugurare la XVI Biennale dell’Umorismo. La visita del regista è soprattutto per omaggiare il suo caro amico (amicizia che dal 1940 è durata per tutta una vita) Nino Za al quale è stata dedicata un'antologica. Nino Za attraverso le sue caricature ha esplorato la zona più interna e più vera dell'animo umano. Caricature mai cattive, mai violente, ma sempre attente rivelatrici dell'animo umano. Federico Fellini fin da giovane ammirava Nino Za e le sue straordinarie caricature che vedeva risplendere sulle copertine della Lustige Blatter. Aveva un solo desiderio: diventare come lui.
Di seguito la conferenza, “L’artigiano dei sogni”, che ha visto l'intervento del critico teatrale, giornalista e docente Pierfrancesco Giannangeli e del critico d’arte e docente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata Antonello Tolve, dove è stato sottolineato l'aspetto del sogno nell'opera del Maestro. Come sottolinea Tolve “non dimentichiamo che Fellini nasce nel 1920, il cinema ha appena 25 anni. Comincia ad elaborare un discorso a partire dal disegno dove è ancora pulsante il sogno. Un sogno che si fa poi pagina leggera, pagina leggera che è la stessa macchina cinematografica indagata e rivisitata in tutte le sue declinazioni”.
A chiudere “Sconsolata nostalgia, Amarcord”, dove Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia, ricollega l’opera di Federico Fellini a “Nostalgia del presente”, tema che il festival indagherà nella sua edizione estiva alla Rocca Costanza di Pesaro. Nel suo intervento la Ercoli evidenzia l'importanza del messaggio del regista. “Che cosa dice oggi un film di Federico Fellini ad un giovane che inizia a guardare la sua opera? Prendiamo Amarcord, qui davvero il tema della nostalgia non riguarda soltanto la Rimini degli anni trenta, ma dice qualcosa a noi cittadini contemporanei. Ci racconta qualcosa di molto interessante. In particolare Fellini lavora sulla nostalgia attraverso l'arte italiana che è quella del realismo magico, quindi attraverso il sogno. Per questo è molto interessante perché ci racconta molto della nostra identità".
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“Amarcord non è solo un omaggio all'infanzia, ma anche al mondo dei fumetti: è un film stilizzato, con inquadrature fisse, pochi movimenti di macchina” affermava Fellini ed anche “Far ridere la gente mi è sempre sembrata la più esaltante delle vocazioni”.
Il mio ritratto a matita di Federico Fellini per celebrare un uomo carico di istintuale naturalezza ed inarrestabile genialità.
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