Prime fasi della caricatura di Dante Alighieri,
disegno a matita
Dante Alighieri “ricongiunse la dottrina all'arte... cantò le più alte cose della vita, i più alti pensieri degli uomini, i più alti segreti delle anime...” (Giosuè Carducci).
Dante Alighieri, colosso della letteratura mondiale, a distanza di 750 anni dalla nascita, suscita ancora l'ammirazione di studiosi e appassionati di poesia.
Nasce a Firenze presumibilmente il 14 maggio 1265 dalla nobile famiglia degli Alighieri, sin da giovane propenso alla malinconia e alla meditazione, con un forte desiderio di riformare la società degli uomini in funzione della vita celeste.
Dante Alighieri, caricatura a matita
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Alighieri è stato anche un anticipatore del rapporto tra Stato e Chiesa. Spinto da un'ardente sete di giustizia e da un profondo bisogno di pace compone il trattato “De Monarchia”, dove espone chiaramente come Dio abbia preposto al governo degli uomini due poteri nettamente distinti l'uno dall'altro: uno, il potere spirituale, rappresentato dal Papa, che deve combattere le passioni e la cupidigia dell'uomo, e l'altro, il potere temporale, rappresentato dall'imperatore, che si deve adoperare per il bene dei suoi sudditi, dei quali è servitore e non padrone.
La Divina Commedia nasce dalla necessità per Dante di un mondo superiore dove poter porre rimedio ai torti e alle sopraffazioni subite durante la vita terrena, e dall'intuizione che solo rivolgendosi a Dio, chiedendo il suo aiuto, è possibile superare le passioni ed i travagli umani. Ecco quindi lo scopo della Divina Commedia; condurre gli uomini alla spiritualità e combattere la corruzione attraverso l'intervento rispettivamente del Papa e dell'Imperatore (come già enunciato nel “De Monarchia”), le uniche guide capaci di indirizzare l'uomo sulla via della redenzione alla conquista dell'amore e della felicità terrena, premessa essenziale di quella eterna.
L'amore è alla base della Divina Commedia, l'unico capace di redimere l'uomo dal peccato. Le virtù teologali (fede, speranza e carità) conducono l'uomo alla vita eterna, che consiste nel godimento della visione di Dio.
Dante Alighieri è il simbolo del nemo profeta in patria. Cacciato da Firenze, seguono anni di profonda ingratitudine e continue peregrinazioni per l'Italia. Solo alla sua morte, nel 1321, i fiorentini richiedono invano le ceneri dell'illustre concittadino, che non hanno saputo apprezzare: non considerato da vivo, vogliono omaggiarlo da morto.
Ora Dante riposa in pace presso la chiesa di San Francesco a Ravenna.
Dante Alighieri in tutta la sua opera ha sempre enfatizzato il Bene, la Giustizia e la Virtù: sono trascorsi 750 anni, ma la natura dell'uomo, la “Commedia” di Dante, è sempre attuale.